“..ne parlavamo tanto tanti anni fa, di quanto è paranoica questa città, della sua gente e delle sue manie..”.

So che vi frullano ste due discoteche e ste 106 farmacie.

Continuate a cantare.

Sorrido, perché ci vuole poco.

Ci vuole proprio poco, per allontanarci dalla “stessa storia stesso posto stesso bar”, dalla “stessa gente che vien dentro consuma poi va”, dall’abito brillante, dall’ “esserci” per far parte di un sistema sociale, “alla ricerca di qualcosa che poi, cos’è non lo sappiamo nemmeno noi”.

Ci vuole poco a tornar bambini.

Ci vuole poco a tornare preistorici, urlare senza senso e far urlare altre centinaia di persone, senza senso.

Ci vuole poco a sorseggiar caffè corretto alle 9.40 del mattino, “con il mal di testa regolare tipico del day after”.

Ci vuole poco  a sorridere se il suddetto caffè fa schifo e metà del bicchiere riposa in pace sul giacchino.

Ci vuole poco a megafonare infastidendo.

Ci vuole poco a ballar mazurka con la banda.

Ci vuole poco ad innamorarsi della vigna, dei suoi colori, del suo frutto, del suo rosso prodotto.

Ci vuole pochissimo, seduto solo sul primo sedile accanto al cocchiere, a commuoversi…se girandomi, tra chi poppa, chi rovescia, chi corregge, chi stornella, chi imbastisce, chi saltella, chi sorride, chi già beve, sento un coro che talvolta inizia piano ma che in breve sale alè. La Cavourese.

Grazie di cuore perché sono stato semplicemente bene, con voi tutti. La Carovana torna nell’ottobre del 2008, “convinti che sarà il più bello, dei week end”.

Giorgio.

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