Cos’è il Cenino?

Difficile da esprimere ancora più un “casssino” (come direbbe il padre di “un mio amico“), dovendo pure scriverlo.

Avendo io presenziato a tutte le edizioni, da quella del 98’ fino a quella dell’anno scorso, ho un sacco di concetti legati a questo evento. Sono i più disparati tra loro ed anche in contraddizione.

La prima sensazione che suscita in me la sola parola Cenino è ECCITAZIONE, intesa in tutti i suoi significati possibili, da quelli più nobili a quelli meno.

La seconda è un po' di PANICO in quanto in quella sera rivedrò un sacco di persone che non vedo da un anno o anche da più tempo e quindi potrebbero notare, che ne so, che sto diventando pelato, e nello stesso tempo non mi sono ancora laureato.

Però poi penso che dopo un paio di bicchieri ce ne fregheremo tutti di cosa abbiamo fatto o quanti capelli abbiamo.

Altro motivo di panico però è il pensiero che suderò un casino, in maniera incontrollata, che cercherò di nasconderlo ma non ci riuscirò e quindi sarò letteralmente impresentabile nel giro di un quarto d’ora, nonostante sia l’unica serata dell’anno in cui metta la cravatta e la giacca, abbandonando i jeans e le scarpe da ginnastica.

Ma questi sono solo i primi pensieri che mi passano per la testa al suono della parola Cenino. Successivamente mi vengono in mente altre sensazioni, legate al passato.

Non dimenticherò mai il  primo Cenino. Ci sono arrivato guidando la macchina dei miei con il foglio rosa e quindi sentendomi grande, ma accompagnato da mia madre che si cagava letteralmente addosso a causa della mia guida, diciamo così, sportiva. Mi viene in mente Giorgio che “urina” sulla portiera di una macchina in piazza Statuto con dentro una coppietta che limonava. Il suo pianto di gioia a fine cena.

Ma parlando in generale, mi viene in mente la sensazione di stordimento data dai primi sette o otto bicchieri di non sempre pregiato vino (perché anche se ultimamente abbiamo bevuto decentemente in passato non sempre le cose andavano così, ma andava bene lo stesso) che ti permettono di sparare cazzate in libertà. Penso al gusto delle torte che normalmente ho apprezzato solo dopo che qualcuno me le aveva spalmate in faccia. Penso ai crampi allo stomaco dovuti alle risate nel vedere o ascoltare scene esilaranti che si ripetono ogni anno. Penso allo smarrimento di quando il giorno dopo capita che non ti ricordi nulla, cerchi di capire se ti sei sputtanato dicendo qualche cosa di troppo e ti chiedi come cavolo hai fatto a tornare a casa e con chi. E’ capitato anche questo.

Penso anche che il Cenino sia il giro di boa dell’anno in corso perché poi in un baleno si sussegue l’estate e tutto inizia a scorrere veloce.

Il giorno dopo immagino che tutti pensino anche solo per un momento a quello dell’anno dopo.

Collego anche, o meglio soprattutto, la parola Cenino al concetto di AMICIZIA , di apparteneza ad un gruppo,  per quanto non tutti ci si conosca o per forza si sia amici , ma quantomeno abbiamo in comune che una volta all’anno, una sera di metà maggio, abbiamo la possibilità di stare insieme. E proprio insieme riusciamo a dimenticare le nostre preoccupazioni lasciando spazio all’allegria, alla gioia ed all’ilarità.

Infine, beh oltre alla parola amicizia collego la parola cenino a GIORGIO, cui mi lega una profonda amicizia e con il quale sono contento di condividere questa esperienza alla quale sono fiero ed orgoglioso di avervi sempre preso parte.

THE CENINO MUST GO ON .

 

 

DAVIDE

 

(28/2/2007)