Il Cenino è la punta di un iceberg.
All'inzio ne vedi solo la parte che affiora: la
cena.
Il mio primo Cenino è stato relativamente recente, maggio 2005. Vi ho preso
parte dopo un training hennessyano di 6 mesi a suon di bibe-rhum, pul-gin-ella,
in vodka al lupo, hallowgin e via dicendo.
Ma solo quando sono arrivato all'appuntamento in Piazza Crimea, tuttavia, ho
cominciato a realizzare di cosa sarei stato partecipe.
Un mare di gente entusiasta, abiti succinti, qualcuno in kilt, il Tanko di
Micheletto auto ufficiale agghindata a festa con tanto di striscioni sulle
fiancate.
Un'aria elettrizzante. Strana. Unica.
Poi Carletto...uh Carletto...
Giorgio direttore d'orchestra, i commensali che brindano senza fine, damigiane
svuotate, gente sui tavoli, Miss Sarina che pigia l'uva...no, non è una semplice
cena, condita da musica ed eleganza, credetemi.
Non avrei mai immaginato tutto ciò.
Mi sono emozionato e subito affezionato.
Ne ho apprezzatto la schiettezza, l'entusiasmo e il pensiero è stato: quanto
manca al IX Cenino?
C'è poi tutto ciò che non si vede.
Il bello del Cenino è l'attesa del successivo...un anno di piccole grandi cose,
vissute con spirito genuino, senza fronzoli. Mi balzano in mente oltre alle
folli notte in discoteca già citate, il Castello di Macello, l'annuale carovana
a Diano d'Alba in pullmann, il precenino magliette, il pranzo per le Valli del
Biellese , il Natale al Barlume, la Cena Anni 70, lo sfoggiare una T4C in
occasioni speciali, cenare in training alla Beccaccia, pregustando quel che
sarà.
Avere l'onore di partecipare ai preparativi la sera prima, respirando l'atttesa,
la carica, la verve del nostro Cigo.
Il Cenino sai che c'è, è che ci sarà sempre. Passeranno gli anni e saremo
sempre Noi. Carichi d'energia più che mai perchè l'entusiasmo contagioso di
Giorgio non si può arginare.
Cin cin al Cenino
Giò
(31/3/2008)