Anche questo è cenino.
“Per raccontarla la vita bisogna camminarla”. Non voglio spiegare.
Penso.
Ore 16:20
Penso al momento del congedo da casa, dal lavoro e da tutti coloro che accompagnano quotidianamente la mia vita, tranne uno, il mio caro amico Greg, l’unico con il quale avrei la confidenza di prendermi a pugni. Giacca due bottoni spacco centrale, scarpe lucide, camicia doppio ritorto finta inglese, cappello, pochette e bastone.
Ore 17:00
Corso Orbassano, fuori dal bar di Macarozzi mi guardo allo specchio, anzi no, è il mio amico Greg, uguale a me! Lo saluto, mi fa l’occhiolino e appoggiandomi la mano sulla spalla mi rassicura - ce la faremo anche questa volta, vedrai…- . Entriamo sistemandoci il nodo della cravatta e ordiniamo il solito (da Macarozzi andiamo una volta l’anno ma lui sa già tutto). Parliamo poco, il clima è sospeso come i pupazzi che Macarozzi tiene appesi sopra lo scaffale delle caramelle, ma un sorriso compiaciuto scalda il nostro sguardo.
Ore 18.15
Usciamo con in corpo un paio di Biciclette e tre Negroni, sistemiamo il fondo dei pantaloni e saliamo sulla nostra Cadillac (almeno per noi lo è). Attraversiamo la già calda Torino come pappafichi al massimo dei 2000 giri, quindi con estrema calma. Senza pensieri né Medea è già iniziata l’epopea, e noi non ce ne siamo quasi accorti. La strada sale, è collina. Ascoltiamo quelle canzoni “ che obbligano ad accendersi una sigaretta, a tirarla a lungo, come a soffocare un taglio con un’altra lama, e riempire così un vuoto nel petto”.
Ore 19:00
- Siamo arrivati lunghi! Cambio di rotta!- esclama Greg, indicandomi la stradina sterrata alla nostra destra. Svolto immediatamente e dopo circa 200 metri il campo di papaveri più ricco del mondo ci aspetta, rosso come il sangue, il vino, il cenino. Dopo una breve sosta e qualche lungo respiro nel verde della collina, ripartiamo con un papavero a testa nell’occhiello.
Ore 19.30
E’ sospensione, euforia, eccitazione. Ma “per raccontarla la vita bisogna camminarla” e “non c’è strada per andare che non sia di camminare”.
SIMO.
(12/2/2007)