“Ma figurati se ci vengo!
Ma cosa c’entro io?
È la tua festa, passala con i tuoi amici”.
Poi, il 2006.
Non posso dirgli no per l’ennesima volta. Ci tiene troppo.
“..vieni? Leti, hai deciso? Porta chi vuoi, ma vieni. Allora? Ti tengo un posto vicino a me? Eh? Vieni? Eddai!”
L’insistenza esasperata è nel dna di tutta la famiglia, per chi non conoscesse a fondo i Formica.
Sì. Ci vengo.
E ora?
Ora non ci sono più scuse. Ci devo andare per davvero al gran ballo del principe.
Mi sento troppo Cenerentola.
e non ho neanche la bacchetta magica.
figuriamoci le scarpette di cristallo.
Come funziona.
Cosa si fa.
Come cazzo ci si veste a sto Cenino.
Quando si arriva.
Come ci si trucca.
Devo andare dal parrucchiere?
Aiuto.
Gli dico che non vado più.
Sì, glielo dico.
No, non posso più, merda.
Mi odierebbe.
E poi.
Poi arrivo e comprendo tutto.
Un abbraccio da un fratello che così felice l’ho visto poche volte.
Mille persone, tutte sorridenti, baci, sorrisi, battute, risate.
Decido di leggere a tutti i convitati poche righe che ho scritto.
Sugli amici storici di Giorgino, che conosco da quando son nati.
Applausi.
Su quella sedia, in piedi davanti a tutti, mi vergogno da pauraaaaaa!
Ma il fratello così ha decretato.
Non posso certo tirarmi indietro ora.
E poi.
L’inno.
Quasi le lacrime, per l’emozione.
E poi.
Tutto il resto.
La cena
La musica
I 28 ers
Sorrisi
Sorrisi
Sorrisi
Non immaginavo.
Non potevo immaginare.
E in effetti devi viverlo, per capire.
non dimenticherò.
Ora non mancherò più, è una promessa.
Il cenino è linfa.
Linfa che scorre, sangue che bolle.
È vita.
Il cenino è Giorgio che si volta verso di me,
in mezzo a mille fanciulli vestiti a festa,
mi guarda e mi sorride.
e ha inizio tutto.
Felice di esserci stata.
Felice di avere un fratello così.
Leti, la sorella.
(3/4/2007)